Assemblea provinciale Varese e Como Costituente PCI – Varese 10.06.2016: cronaca della bella serata
Ad aprire l’Assemblea è il compagno Segretario Provinciale di Varese, Cosimo Cerardi, che inizia il suo intervento partendo dalla motivazione principale della costituzione del PCI: ricomporre l’universo “scomposto” dei comunisti in Italia. Questo è stato un percorso complicato, iniziato nel 2015, ma sta giungendo a compimento, anche grazie al buon successo dell’Associazione per la Ricostruzione del Partito Comunista. Cerardi afferma che la strada più giusta per ricomporre la sinistra, svuotata e fatta esplodere dai personalismi, parte dalla riunificazione dei comunisti. Dall’89 ad oggi lo sfruttamento dei lavoratori si è fatto sempre più evidente, a favore dei poteri capitalisti. Il segretario continua parlando del Documento politico nazionale, che contiene, fra i tanti spunti, un importante riflessione sui rapporti del Partito coi movimenti di massa e le motivazioni dell’esclusione dei comunisti dalla vita politica nazionale
L’unico modo per ricostruire la nostra presenza è, secondo Cerardi, riconquistare la nostra identità e il rapporto coi nostri riferimenti, in un contesto schiavo dell’individualismo e privo di solidarietà. Al termine del documento c’è una idea di un programma politico immediato: ripresa del ruolo del pubblica, nuova politica per il welfare (e quindi rispondere ai bisogni reali del cittadino). Conclusa questa parte, il relatore passa al referendum sulle modifiche costituzionali. Secondo Cerardi, Renzi sta finendo il lavoro iniziato da altri ed è palese che la forma della Repubblica parlamentare è sotto attacco, per dare spazio ad una Repubblica presidenziale che annichilisce la rappresentanza del cittadino, grazie anche al superamento del bicameralismo perfetto. Questa lotta contro il referendum, continua il segretario, è estremamente importante per la democrazia, anche dopo la grave modifica alla legge 81, operata dai precedenti esecutivi, e che ritaglia, per il nostro Paese, un ruolo subalterno nei confronti dell’Unione Europea. Cerardi conclude il suo intervento, citando il moderno principe gramsciano, che può essere solo il Partito Comunista Italiano.
Viene data la parola ad un ospite, Musolino, dell’Associazione Un’altra storia Varese. Dopo i saluti rituali, Musolino ricorda quanto sia importante la battaglia che ci accingiamo a portare avanti sul referendum costituzionale. In merito alla ricostruzione del Partito Comunista Italiano, l’ospite afferma quanto questa non sia una operazione nostalgica creata dai reduci, ma un modo di rilanciare la sinistra. Musolino conclude ricordando l’importanza del fare rete fra i vari soggetti politici dell’area progressista.
Successivamente tocca al compagno Mirco Manfrinati di Varese, che ammette che la situazione politica impone al partito di cercare coalizioni e che è importante rendere coscienti i lavoratori del loro stato di classe lavoratrice. Nel suo intervento, il compagno pone l’accento sul fondamentale traguardo del ritorno sui mezzi di informazione, e quindi concentrare gli sforzi nel campo della comunicazione.
Il compagno Zambonin, nella sua riflessione, partecipa con speranza a questo evento che definisce “storico”, in un momento come questo che vede il ritorno di una arretratezza culturale, causato dai mass media. Afferma che non bisogna scordarsi che il fine è la Rivoluzione proletaria e che bisogna prendere esempio dai compagni francesi in lotta contro la loro riforma del lavoro. Zambonin chiude affermando che la riedificazione della casa dei comunisti non va fatta con le macerie del passato.
Per Riccardo Papis, della Federazione di Como, è importante tornare sull’argomento dei mass media, che per anni ci hanno martellato con una comunicazione smaccatamente liberista, che ha plasmato le coscienze, offrendo messaggi distorti degli Stati Uniti d’America, modello culturale di riferimento. E’ compito del partito impegnarsi per riuscire ad avere una comunicazione efficace sui media controllati dal capitalismo.
Dopo il compagno di Como, prende la parola Pippo Pitarresi di Varese, che sottolinea l’importanza dei compagni più giovani, ai quali va lasciato in eredità un partito in salute.
Il compagno Osvaldo Bossi di Gallarate, nell’introduzione al suo intervento, afferma che questo processo ricostituente è già in netto ritardo, rispetto a quanto accade nel nostro Paese. A Gallarate, che esce dalla tornata delle amministrative, c’è stato un ottimo risultato, ottenuto assieme al Prc, all’Altra Europa e ad altri compagni indipendenti. Questo sta a significare che una sinistra con concetti precisi ha buone possibilità. E’ necessario, secondo Bossi, che si ragioni, ormai, in termini di partito di quadri e non di partito di massa, come è fondamentale tornare sulle battaglie per il mondo del lavoro, ormai assenti in Italia, proprio per l’assenza di un Partito Comunista. Tornando ad alcuni interventi precedenti, anche Bossi sottolinea l’importanza dei mezzi di comunicazione e si augura che un gruppo di compagni possa analizzare e trovare soluzioni a riguardo.
Giuseppe Maffioli di Gallarate inizia il suo contributo ringraziando il compagno Bossi candidato a Gallarate. Secondo il compagno, riprendere in mano il nome e il simbolo del PCI è fondamentale, vista la situazione attuale che non ci permette più di essere egemoni, facendoci rischiare anche di sprofondare nell’autoreferenzialità. Maffioli dice che non possiamo rimanere chiusi nel nostro piccolo mondo, e quindi dobbiamo mantenere la possibilità di convergere con altre realtà di sinistra.
L’ospite Thierry Dieng di Ubuntu parla di serata storica, perché è arrivato il momento di parlare alla coscienza delle persone e riscoprire l’identità comunista. C’è bisogno di un cambiamento radicale, di avere fede e coraggio nel cambiare prospettiva. Secondo Dieng è necessario aggregare i movimenti e cambiare le strutture, abbandonando l’idea di organizzazione verticale.
Il giovane compagno Michelangelo afferma che, per la sua generazione, il Partito Comunista Italiano è un mito. Commentando i risultati dell’ultima tornata elettorale, pensa che il vero vincitore sia l’astensionismo, soprattutto composto dai tanti compagni delusi dal passato.
Pasquale Cutri di Grantola non crede che i mezzi di informazioni siano così fondamentali. Nel suo territorio ha potuto notare che la presenza è molto più importante. Per Cutri, che non salva nessuno della classe dirigente, la capacità di analizzare ciò che accade è fondamentale. Chiude scagliandosi contro Internet, che considera una rovina.
Il compagno Elis parla delle esperienze passate e degli esempi virtuosi, come fu il G8 di Genova, che segna la vittoria del capitale. Internet, secondo il compagno, non può e non deve sostituire le sezioni.
In chiusura prende la parola l’ospite Ruggiero dell’Altra Varese Possibile, che si dimostra preoccupato per l’Italia e perché il Paese è lasciato allo sbando, che abbandona gradatamente la politica (a dimostrarlo l’astensione del 50%). E’ possibile cambiare, secondo Ruggiero, solo con l’unione dei movimenti con i partito di ideologia di sinistra, una rete di associazioni nuova. Bisogna dunque ripartire senza guardare indietro, visto che c’è tanto da fare.
Chiude l’assemblea il compagno Cerardi, che prevede che per diverso tempo il nostro sarà un partito di quadri che avrà sempre, però, la vocazione di partito di massa. Sarà importante per noi confrontarci co i movimenti e con la società civile.
Prima dello scioglimento, viene votato il documento. All’unanimità l’Assemblea si dichiara FAVOREVOLE.
Andrea Cazzato
Errata corrige. Sono Luca Zambonin, volevo portare l’attenzone ad una parola dell’ultima parte del mio intervento, che va letto così: “la riedificazione della casa dei comunisti non va fatta con le macerie del passato” anziché: “la riedificazione della casa dei comunisti non può essere fatta sulle macerie del passato” . Saluti rossi e resistenti.